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Il giorno 16 marzo le classi terze hanno partecipato ad un incontro interreligioso con degli esponenti della religione islamica e cattolica: il parroco di San Giuseppe Don Giuliano Fiorentini, Amina Dachan esponente della scuola della moschea di Ancona, Youssef Wahbi responsabile del centro islamico di Jesi e Mustafa Drissi educatore e mediatore linguistico. Il dibattito è iniziato con l’intervento di Don Giuliano che ha citato passi della Genesi, raccontando come Dio ha creato il mondo, l’uomo e la donna e che quindi dobbiamo vivere la vita come un dono, rispettando noi stessi e gli altri. L’affascinante racconto della creazione è comune a molte religioni ed è un elemento che le unisce, riconoscendo l’esistenza di un essere superiore, che ha creato la terra e ogni essere vivente come atto di amore. La parola è poi passata al prof. Drissi che ci ha mostrato delle immagini relative al movimento, chiamato Ku Klux Klan, sviluppatosi in America nel secolo scorso. L’intervento voleva spiegare che altre organizzazioni in passato hanno preso a pretesto la religione per compiere atti di terrorismo, in questo caso a contenuti razzisti, ma come i cristiani non si vogliono riconoscere in questi, così i musulmani non si vogliono identificare nell’Isis. Così ha concluso il suo intervento ricordandoci che ogni persona deve sviluppare due capacità: lo spirito critico, che gli permette di giudicare tutto ciò che vede e tutto ciò che ascolta, per farsi un’opinione personale e l’autonomia nell’agire, secondo i valori che ritiene giusti.

L’intervento di Amina, l’unica signora tra i relatori, è stato molto interessante perché ha saputo spiegarci molte cose con un linguaggio semplice, che ci hanno aiutato a distruggere alcuni luoghi comuni sulla religione islamica. Per esempio non è vero che alla donna vengono imposte scelte contro la sua volontà, poiché nel Corano è scritto “non c’è alcuna costrizione nella religione” e il Profeta insegna che le azioni valgono secondo le intenzioni. Una citazione dal libro islamico ci è rimasta particolarmente impressa: “Il paradiso è sotto i piedi delle donne”, dimostra quanto la donna è ritenuta importante nella religione islamica, essendo lei che si prende cura della famiglia e in particolare dei figli.
Ci ha ricordato inoltre che uno dei più importanti insegnamenti del Profeta Maometto è vivere in pace con gli altri e non uccidere, quindi l’IS (lo Stato Islamico) vuole prendere il sopravvento solo per interessi politici ed economici, non certo perché rispetta i precetti del Corano.

Infine Youssef Wahbi ha riferito che la cosa piú importante è l’integrazione, cioè bisogna vivere in pace.
Nel Centro islamico di Jesi, che lui dirige, si studia il Corano e si celebra la preghiera collettiva. Siamo tutti invitati, l’unica condizione è togliersi le scarpe prima di entrare.
Questo incontro ci è servito a comprendere meglio una religione di cui sentiamo molto parlare, troppo spesso attraverso dei luoghi comuni che non fanno altro che alimentare pregiudizi.

Lorenza e Chiara

L’articolo, scritto prima degli attentati di Bruxelles del 22 marzo, ci offre diversi spunti di riflessione e ci invita a conoscere meglio chi è diverso da noi, per ri-conoscere ciò che ci unisce.

Nel cuore di Bruxelles, centinaia di scritte per ricordare le vittime e dire no alla violenza.

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