Questo articolo nasce dai due incontri tenuti dal Dott. Ceppi presso il nostro Istituto, uno che ha coinvolto gli alunni di tutte le classi terze della scuola secondaria e l’altro rivolto ad un pubblico adulto di genitori, docenti, educatori. Abbiamo voluto quindi riportare le testimonianze e i punti di vista di due diversi auditori, un’ alunna e un genitore.

Buona lettura!

 

 

Non smettere di sognare.
Il 17 febbraio, il dottor Ceppi, logoterapeuta e psicologo, è venuto a parlare con noi ragazzi delle classi terze. Ci ha parlato di molti argomenti tutti molto interessanti secondo me, ad esempio, di come sia cambiata la vita da quado lui era piccolo, di come lui e i suoi amici passavano i pomeriggi tra una partita di calcio e liti amichevoli. Nessuno di loro aveva un telefono, non avevano la console ecc… Ci ha anche detto che quando i genitori si lamentano che i loro figli stanno sempre davanti al telefono o al computer, lui risponde: “Giocano con quello che gli abbiamo dato noi”. In effetti è vero… sono stati gli adulti a creare tutto ciò e noi ne usufruiamo, spesso in modo sbagliato. La cosa che più mi è rimasta impressa e che mi ha fatto riflettere molto è stato il fatto che la nostra generazione è molto superficiale. Ad esempio scattiamo foto, e giriamo video in continuazione per fissare un bel momento, ma non ci soffermiamo mai a pensare e rievocare i bei ricordi che abbiamo dentro di noi, quelle emozioni che durano nel tempo, le sensazioni che non si trasmettono attraverso un telefono.
Inoltre ci ha raccontato tre storie, tutte molto sconcertanti, da farti rimanere a bocca aperta. Io mi sono chiesta: Ma come siamo diventati così superficiali? La storia che più mi è rimasta impressa è quella di una bambina di quinta elementare. Una sera ricevette un messaggio da un suo amico in cui diceva che era carina e voleva una sua foto nuda. Sara (è un nome di fantasia) inizialmente fu scioccata da questa richiesta, ma andò lo stesso in bagno a fece la foto. Il giorno dopo non gli parlò, anche perché si vergognava troppo. Tutto questo andò avanti per molto tempo. Fino a quando la madre di Sara non si accorse che qualcosa non andava. Perciò le prese il telefono e rimase sconcertata da quello che vide. Negli ultimi tempi Sara aveva mandato molte sue foto nuda a questo compagno di classe. La madre ovviamente andò a denunciare la cosa e alla fine si scoprì che non era l’amico a mandarle quei messaggi, ma un ragazzo di 17 anni che aveva copiato il suo numero di telefono. Questa storia deve insegnarci che non bisogna mai fidarsi delle persone che ti chiedono una cosa del genere.
Di questo incontro mi è rimasto un messaggio che cercherò di non dimenticare:
“La vita non è quella su internet, la vita vera è fatta di emozioni, ricordi. È vero ci sono alti e bassi, ma non per questo bisogna arrendersi e non seguire i propri sogni. I sogni sono una di quelle cose che ci rendono diversi dagli altri e dovremmo imparare a coltivarli e cercare di realizzarli. Siamo noi che decidiamo della nostra vita e possiamo fare tutto quello che desideriamo”.

Xhenis Sharka

giovanielareteIl giorno 22 febbraio presso l’aula magna della scuola Federico Secondo si è tenuto l’incontro rivolto ai genitori dal titolo “Educare i giovani nel tempo della post-modernità”. Ho partecipato con molto interesse a questo evento tenuto dal Dottor Marco Ceppi, psicologo e consulente Asur per l’ufficio servizi sociali di Ancona del Ministero della Giustizia. Il dottor Ceppi, che lavora a stretto contatto con i minori sottoposti a procedimenti penali nella regione Marche, ci ha parlato dei giovani, del loro atteggiamento in quest’epoca che va oltre la modernità, dove i ragazzi tendono a creare sempre di più la dipendenza dalla rete virtuale e si allontanano dalla vita reale e dalle relazioni. Siamo di fronte ad un cambiamento epocale perché i nostri figli sono nativi digitali e noi genitori dobbiamo elaborare nuovi modelli educativi. Il Dottor Ceppi ci ha dato dei preziosi consigli in merito, che si basano su alcuni punti fondamentali:

– la presenza, che vuol dire entrare di più nelle loro camere “bunker”, sedersi accanto ai ragazzi e ascoltarli in maniera attiva;

– far sentire i ragazzi unici e irripetibili: farli sentire importanti e alimentare la loro autostima, perché ciascuno di loro può dare al mondo qualcosa di unico. Dobbiamo aiutarli a trovare il loro scopo che darà un senso alle loro vite e che li aiuterà a trovare un’efficace antidoto al superamento del malessere esistenziale. Lo psicologo accenna in questo senso alla logoterapia in cui è specializzato e di cui parla egregiamente nel suo libro “Scintille di senso” pubblicato da pochissimo;

– comunicare con loro, non con pesanti sermoni, ma raccontando le nostre storie, quello che siamo stati, le nostre esperienze personali, le nostre paure e di come le abbiamo superate e di cosa abbiamo raggiunto;

– educarli “all’amore autentico” cioè a prendere decisioni di coscienza, a valutare e indirizzare i propri comportamenti;

– educarli all’alterità, cioè a percepire le differenze dell’altro non come un limite alla comunicazione ma come un valore e una risorsa in cui il noi precede l’io.

Concetti semplici ma preziosissimi, che noi genitori conosciamo ma che rischiamo di dimenticare nella quotidianità e nella frenesia della vita. Credo che ogni partecipante si sia messo in discussione dopo questo incontro, perché i nostri comportamenti condizioneranno i nostri figli nelle loro relazioni e nelle loro scelte future. I consigli del Dottor Ceppi ci aiuteranno a credere di più in loro, a coltivare i loro talenti e ad essere i loro primi tifosi!

Il relatore è stato seguito anche dai molti professori presenti e partecipi a questo incontro: gli stessi hanno apprezzato talmente la sua professionalità da chiedergli di contribuire ancora alla formazione dei ragazzi della nostra scuola.

Silvana Cesaretti