ederavelenosaLa parola femminicidio fa parte, ormai e purtroppo, del linguaggio comune. Sempre più spesso la cronaca racconta di donne maltrattate, di violenza e di abusi che gran parte dei casi sfociano in tragedie annunciate. Ma la violenza domestica è altro, è qualcosa di radicato e profondo, è una costante pretesa di possesso dell’uomo sulla donna, è il potere maschile che pervade il nostro sistema sociale e trova nella famiglia la sede naturale per riaffermarsi in tutta la sua brutalità. Da qui nasce il progetto EDERA VELENOSA, ideato da Alessandro Rutili, con il supporto di Stefano Tosoni che ne firma la sceneggiatura. Un’idea che vuole raccontare attraverso il teatro, quindi attraverso la parola, quanto per una donna sia davvero difficile accettare che il principe azzurro e l’orco cattivo siano la stessa persona.

Nella mattinata di Venerdì 23 marzo tutte le classi terze della scuola media Federico II, del Savoia di Jesi, di San Marcello e Monsano, sono andate ad assistere ad uno spettacolo sul femminicidio e la violenza sulle donne, dal titolo “EDERA VELENOSA”, al teatro Pergolesi.

edera.protagonistaLaura è una ragazza che dopo alcune relazioni fallimentari, una sera in discoteca incontra Marco, una ragazzo bello come il sole, occhi azzurri e carnagione scura. La protagonista si innamora subito di lui ed è sicura che il sentimento sia reciproco, dato che un giorno il ragazzo le chiede di andare a convivere. Stavano bene insieme, fino a quando una sera Laura tornando a casa lo trova disteso sul divano ubriaco, con i pacchetti di sigarette finiti che gli facevano da coperta. Da quel giorno la loro vita cambia: Marco non è più quel ragazzo gentile e carino ma diventa aggressivo e scontroso tanto che arriva ad alzare le mani contro la fidanzata. Quasi ogni sera torna a casa tardi, ubriaco fradicio, pronto a sfogare la sua rabbia, la sua frustrazione su Laura, che inizialmente non si difende, subisce in silenzio, quasi a colpevolizzarsi per gli atteggiamenti assunti dal compagno. Quando, però, l’uomo un giorno frantuma il suo servizio di piatti preferito, lei si ribella a tanta rabbia insensata, a tanta ingiustificata cattiveria e iniziano a picchiarsi fino al punto che un calcio sferrato da Marco manda la ragazza all’ospedale. Quando si risveglia decide finalmente di denunciarlo e lui viene arrestato. Laura può tornare a vivere in tranquillità, lontano da quel mostro.

Durante lo spettacolo c’era molta attenzione da parte di tutti noi ragazzi. Hanno messo in scena un argomento di attualità di cui si parla sempre più spesso e sempre più spesso non si riesce davvero a credere che il male è dentro le mura domestiche. Un testo teatrale davvero toccante che ci ha dato modo di riflettere sulla fragilità sentimentale della donna e anche sulla sua forza d’animo. Denunciare chi usa le mani non per accarezzare, ma per fare violenza, è un atto dovuto. Senza timore, ma con la consapevolezza che si sta facendo la cosa più giusta per noi stessi. Un atto che può, in alcuni casi, salvare la vita. É stata un’esperienza molto istruttiva che ci ha fatto capire che LA DONNA NON SI DEVE TOCCARE NEANCHE CON UN FIORE!

 

Leonardo, Tommaso A. e Francesco.