Il Dirigente Scolastico esprime il suo più sincero ringraziamento nei confronti del team di docenti che hanno steso il progetto didattico che ha consentito al Comune di Jesi di partecipare al bando indetto dalla Regione Marche e previsto dalla legge 107 del 2015, meglio nota come Buona Scuola, e dal decreto legislativo n. 65 del 13 aprile 2017. Il Piano riguarda, in particolare, il sistema educativo dalla nascita sino a 6 anni, dunque nidi e scuole d’infanzia.

 

I docenti del Federico II, insieme ad una esperta di nidi e ad una interna al Comune, la Signora Bruna Maurizi, si sono riuniti gratuitamente, con grande spirito professionale e dedizione per stendere un progetto futuristico che ha tratteggiato i contorni di un edificio che a partire dalla didattica ha definito la struttura architettonica della scuola stessa: 4 sezioni dell’infanzia ed uno spazio nido per 30 bambini, giardino d’inverno, piscina, orto botanico e parco aperto alla collettività. Il progetto didattico, nell’ambito dell’intero bando, aveva un peso del 20%. Per il restante 80% contavano le strutture che il Comune aveva a disposizione. Rimane comunque l’orgoglio per aver contribuito a dare alla città una scuola estremamente innovativa (il finanziamento sarà di 1 milione e 300 mila euro).

Questi i docenti che hanno steso il progetto, a dimostrazione che la professionalità, la capacità di andare oltre, di avere visione sul futuro, in questa scuola non mancano.  

Cecilia Cirilli (docente nido, cooperativa Koine), Silvia Cherubini (docente Mazzini), Manuela Marchegiani (docente Giraffa), Roberto Civerchia (docente Giraffa), Silvia Cortucci (docente Santa Maria del Piano), Alice Paoletti (docente Santa Maria del Piano), Valeria Bocchini (docente Garibaldi), Ketty Bartolelli (docente Anna Frank), Michela Candi (docente Anna Frank), Bruna Maurizi (Comune di Jesi).

 

E qui il progetto, che andava steso in 30 righe: 

 

Progetto 0/6: 1000 visi, 1000 voci, un solo polo

Il progetto è basato su una prospettiva ecologica in cui il bambino è un attore sociale e la cui crescita è influenzata dal contesto di vita in cui è coinvolto, per cui la relazione è elemento fondante del progetto stesso, poiché la principale responsabilità del nido e della scuola dell’infanzia è rispondere al primario bisogno di sviluppo dei bambini valorizzando tutte le potenzialità conoscitive di ogni piccolo discente. Per questo occorre credere nella partecipazione degli educatori, dei genitori, del territorio (nelle sue varie professionalità) al progetto educativo, come valore per aumentare senso di responsabilità ed inclusività, accoglienza, fiducia e dialogo anche e soprattutto in ottica interculturale.

Il Polo 0/6, individuato in un’area del quartiere Verziere, ospiterà n. 4 sezioni di scuola dell’infanzia e un nido di n. 30 bambini. Il quartiere ha un’alta presenza di famiglie straniere prive di sostegno parentale. Il progetto prevede uno spazio polivalente da utilizzare per servizi aperti al territorio, per attività in collaborazione con la biblioteca per ragazzi e con la ludoteca comunale, con gli anziani (secondo le proprie competenze), con le associazioni sportive e di volontariato. L’area verde attorno al polo sarà utilizzata come spazio dedicato allo sviluppo dell’educazione senso-motoria (giardino botanico, orto, ecc..) ed esplorativa, luogo di riappropriazione della relazione con gli elementi ed i materiali della natura, spazio 0-6 anni per crescere e per sperimentare il proprio corpo, vivendo una molteplicità di esperienze di apprendimento e di relazioni.

Reciprocità tra spazi esterni ed interni, spazi volti a favorire le interazioni, la comunicazione; spazi che si offrono come luoghi di convivenza e ricerca (come ad esempio nel giardino d’inverno o nella piscina, che sarebbero collocati all’interno della struttura). Gli ambienti saranno open space, fluidi, versatili e convertibili, modulabili a seconda delle esigenze di apprendimento ed in costante dialogo tra architettura e pedagogia: cancellazione delle barriere architettoniche per i diversamente abili, cura (dal punto di vista estetico, del comfort, della sicurezza) degli arredi che sviluppino il benessere psicologico, il senso di appartenenza, il piacere dell’abitare. Il nuovo modello di apprendimento connaturato al polo opererà per obiettivi significativi, partendo da situazioni-problema, mantenendo la dinamicità dell’intreccio tra dimensione personale e tensione conoscitiva: learning by doing, outdoor education, cooperative learning, problem solving, role playing e didattica laboratoriale-esperienziale per centri di interesse. Collaborazione costante con i servizi socio-sanitari (Asur, UMEE, ASP, Santo Stefano), rete CTI (di cui l’Istituto è già capofila), cooperative sociali (Coos Marche, Costess, Koine), associazioni di volontariato e supporto sono i servizi generali sui quali il polo potrebbe contare.